Nessun azzeramento delle regole
La Repubblica (Bologna) (18-11-2010) | "La rappresentazione di un Pd nel caos è alimentata dagli stessi dirigenti del partito che se ne lamentano, per poter invocare una soluzione calata dall’alto. Forse non è un caso che si tratti degli stessi ottimati che nel 2004 furono garanti della nomina di Cofferati e che nel 2008 scelsero Delbono (candidati che poi io stesso ho sostenuto). Una rappresentazione fatta propria dalle stesse persone che si propongono come deus ex machina, Giacomo Venturi è solo l’ultimo in ordine di apparizione"
. Il deputato democratico Salvatore Vassallo rifiuta un’ipotesi di "azzeramento" delle candidature, in giorni frenetici per il partito bolognese.
Professor Vassallo, a questo punto a chi tocca semplificare? Chi deve decidere se a farsi indietro deve essere De Maria, Merola o Venturi, senza un intervento "dall’alto"?
"In un partito democratico, la scelta è affidata a ciascuno dei candidati. Ad una personale e libera responsabilità, vincolata dalle regole che ci siamo dati e da una valutazione della situazione concreta. Solo in due potranno superare il filtro delle firme all’assemblea, dopodiché non è detto che tutti e due debbano arrivare ai nastri di partenza. Sarà loro la responsabilità di valutare se la candidatura è veramente promettente o rischia solo di causare, appunto, il caos".
Lei non vede la necessità di mettere un po’ d’ordine?
"Si può fare senza imposizioni e senza nessun conclave. Chi vuole aiutare la semplificazione, chi ama la politica trasparente e non la rissa, dovrebbe esprimersi chiaramente invece di evocare fantasmi".
Lei quindi chi sostiene, tra i nomi in campo?
"Trovo assai apprezzabile la candidatura di Virginio Merola, la sua non è una vocazione occasionale. Al contrario di altri potenziali competitori, non è stato negli ultimi anni candidato a quasi tutto. Si è fatto avanti già due anni fa, senza aspettare autorizzazioni, nonostante l’attiva contrarietà di chi pretendeva un consenso compatto intorno a Delbono. Come assessore ha fatto bene e credo sia in grado di svolgere il mestiere cui ambisce. La giusta distanza dimostrata allora verso interessi ben strutturati in città depone a suo favore".
La partita è dunque chiusa, secondo lei?
"Ovviamente no, la partita è aperta e sarebbe bene sentire cosa intendono fare per Bologna lui e gli altri. Le primarie possono non piacere ma hanno una loro logica. A decidere in ultima istanza sono i cittadini e non pochi dirigenti di partito riuniti in conclave. Non sono una panacea contro la politica degradata a mestiere. Ma per selezionare i candidati a sindaco, soprattutto quando la classe politica non brilla per lucidità e lungimiranza, funzionano comunque meglio del metodo alternativo.