Cronologia 2010
Il 16 novembre il CUN ha comunicato la sua proposta di revisione dei Settori Scientifico Disciplinari che implica un accorpamento di quelli attuali.
Il 9 dicembre 2009 è iniziato al Senato, presso la 7a Commissione (Istruzione pubblica, beni culturali), l’esame del disegno di legge governativo di riforma dell’Università. Chiamato a riferire sul progetto, il relatore (Sen. Giuseppe Valditara, Popolo delle Libertà) ha esposto rilievi su diversi aspetti specifici, tra cui: i vincoli sulla composizione dei consigli di amministrazione, la previsione di una valutazione individuale dei docenti da parte del ministero (invece che dei singoli atenei), l’ambiguità e l’eccessiva vaghezza della delega riguardante lo stato giuridico del personale accademico, la quantificazione oraria dell’impegno complessivo richiesto ai docenti, le modalità di svolgimento dei concorsi nazionali e di formazione delle relative commissioni. Il contenuto dell’intervento (lo si può trovare qui con mie sottolineature dei passaggi salienti) è significativo in quanto lascia sperare che l’esame parlamentare possa non risolversi – come purtroppo accade sempre più spesso, anche con riferimento a provvedimenti di grande rilievo – in una pura ratifica del progetto governativo o di accordi interni alla maggioranza. La discussione in Commissione (al Senato) continuerà nelle prossime settimane. Non è ancora previsto un termine per il passaggio in Aula.
Riguardo al ddl Gelmini, come anticipato, segnalo l’articolata riflessione di Walter Tocci, deputato del PD e da molti anni impegnato su questa materia. Credo si tratti di un contributo interessante e condivisibile nella sua tesi di fondo. In sintesi: o si prende sul serio l’idea che l’autonomia deve essere mantenuta e resa responsabile dalla valutazione ex post o si torna alla pretesa di guidare dall’alto l’Università ed evitare le degenerazioni attraverso una penetrante regolazione legislativa e ministeriale. Il ddl non sceglie e crea un mix di iper-regolazione e retorica valutativa, invece di prendere di petto la vera questione del cosa e come si valuta. Trovo invece meno convincenti le critiche scarsamente costruttive, riguardo a tutti gli indicatori e i metodi valutativi fino ad ora adottati, con l’esclusione del Civr. Ne potremo comunque discutere con chi è interessato, insieme allo stesso On. Tocci lunedì prossimo.
In dicembre il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (CNVSU) ha rilasciato la versione provvisoria del 10° Rapporto sullo stato del sistema universitario, il quale indica, insieme a molte altre cose di interesse, come negli ultimi anni si sia verificata una crescita considerevole nel numero dei corsi di laurea. Si è passati dai 3.820 del 2002/03 ai 5.835 del 2007/08, con una metà dei corsi di primo livello attivi nell’a.a. 2007/08 (il 50,1%) che registrano meno di 50 nuovi immatricolati.
La finanziaria ha integrato, in extremis, il Fondo di Finanziamento Ordinario per le Università per gli anni dal 2010 al 2012 con 400 milioni di euro derivanti dalle entrate del cosiddetto scudo fiscale. Ho chiesto agli uffici della Camera di predisporre una serie storica delle dotazioni effettive finali dell’FFO per gli anni dal 2001 ad oggi (con riguardo al 2010 ci sono ovviamente solo le previsioni della finanziaria) per avere un’idea dell’andamento nel corso del tempo. Senza l’integrazione tratta dallo “scudo”, il Fondo avrebbe subito, tra il 2009 e il 2010, una contrazione del 9% (!). Con l’integrazione rimane pur sempre un taglio di poco meno del 4%, pari ad una riduzione di 278 milioni di euro. Per di più, l’integrazione è “temporanea”. Vale per gli anni fino al 2012 … sempre che le aspettative di gettito si rivelino realistiche. Dunque, il problema delle risorse è tutt’altro che risolto. L’Università di Bologna, grazie ad una gestione molto oculata ed al “premio” ottenuto sulla base delle sue buone prestazioni, riuscirà ancora per un anno, seppure con varie sofferenze, a mantenere l’offerta e gli standard attuali. Molti altri atenei sono già quasi al collasso o al blocco totale del ricambio. Difficile credere che in queste condizioni la riforma possa avere effetti miracolosi, o anche solo essere interiorizzata ed attuata.
Nel Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2009 sono stati (formalmente) approvati altri due importanti provvedimenti che però non sono ancora disponibili.
Si tratta in primo luogo del Decreto Legislativo sul riordino degli enti di ricerca, emanato dal Governo sulla base della delega contenuta nella legge 165 del 2007. Sullo schema di Decreto Legislativo (una versione preliminare) la VII Commissione della Camera (Cultura, Scienza e Istruzione) e la VII Commissione del Senato (Istruzione pubblica, beni culturali) avevano espresso parere favorevole condizionato ad una molteplicità di modifiche e corredato da diverse osservazioni.
Nella stessa seduta del Consiglio dei Ministri è stato (finalmente) approvato il Regolamento concernente la struttura ed il funzionamento dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR). Pure riguardo allo schema di questo regolamento le commissioni di Camera e Senato competenti avevano dato parere favorevole con osservazioni. Vedremo ora come l’Agenzia (un elemento chiave per qualsiasi riforma che voglia spingere il sistema universitario verso standard più elevati) verrà concretamene costituita e messa in condizione di operare.