1Dic 6, 2013
Ci sono almeno tre buone ragioni per spendere mezz’ora, domenica 8 dicembre, ed andare a scegliere il nuovo leader del PD.
1. Per la prima volta nella storia politica dell’Italia repubblicana un grande partito si appresta a cambiare profondamente linea e gruppo dirigente, attraverso il voto di tutti i suoi elettori. Si tratta davvero di un evento eccezionale, in un Paese in cui la classe politica è sempre stata inamovibile. Lo è stata per cinquant’anni durante la prima Repubblica, con Andreotti sottosegretario alla presidenza del consiglio nel 1947 e primo ministro nel 1990. E lo è stata nella seconda Repubblica, con Berlusconi disceso in campo nel 1994 a difesa delle sue televisioni e oggi di nuovo pronto a dare battaglia per difendersi dalle sentenze della magistratura. Il centrosinistra ha nel frattempo macinato molti leader, ma i capicorrente son sempre rimasti gli stessi, anche perché non è mai venuta meno la pratica deteriore delle correnti.
2Set 5, 2013
Più di seimila persone per Renzi a Bologna (mai così dal 1980) dicono qual’è la direzione che il Pd deve prendere, prima possibile. Un partito aperto, leggero, pensante, plurale. Che ha salde radici nei valori della Costituzione, diffida degli artefatti ideologici e propone progetti concreti per far tornare l’Italia a crescere, rendendola meno diseguale. Che pensa e parla con parole che la gente capisce. È il partito che in molti avevano immaginato al momento della fondazione del PD e che oggi, dopo i passi indietro degli ultimi quattro anni, torna a dimostrare d’essere il progetto giusto e vincente.
3Ago 4, 2013
Il vergognoso affossamento della candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica ha giustamente sollevato un’ondata di indignazione tra militanti e iscritti del Pd. Alcuni si sono spinti a chiedere con veemenza un improbabile ravvedimento da parte dei parlamentari in questione che li porti almeno ad assumersi in pubblico la responsabilità della loro scelta. È davvero difficile pensare che questo accada. D’altro canto, al netto di ostilità puramente idiosincratiche nei confronti di Prodi, le motivazioni che possono aver guidato i «traditori» sono ovvie: la preferenza per un un’altro candidato, la preferenza per un qualche accordo tra PD e PDL rispetto ad un qualche accordo tra PD e M5S, il timore di una ravvicinata interruzione della legislatura. L’esame della distribuzione dei voti, in rapporto alla consistenza dei vari gruppi politici, può dare un’idea, seppur grossolana, di quanto abbia pesato la prima di queste motivazioni.
4Lug 28, 2013
Più di 4.000 firme e di email a @gu_epifani per #CongressoPdSubito senza cambiare le regole. La campagna continua su https://t.co/nqdrBAOOEz — Salvatore Vassallo (@Vassallo1965) August 1, 2013
5Feb 21, 2013
Il governo di centrosinistra che potrebbe costituirsi dopo le elezioni avrà una straordinaria responsabilità. Servono scelte coraggiose e lungimiranti, dettate da una visione positiva dell’Italia e di come potrà cambiare nei prossimi vent’anni, per ridare speranza ad un Paese oggi in ginocchio e rimetterlo in moto. L’agenda a cui dovrà far fronte è scritta nelle attese di molti cittadini, prima che in qualche documento dell’Unione Europea.