Costi della politica regionale
Ho votato con poca convinzione l'ennesima fiducia, questa volta sulla legge di conversione del decreto 174 (qui l'iter alla Camera; qui il testo finale del provvedimento), come ho detto intervenendo in Aula nel minuto concesso per dichiarazione di voto a titolo personale (qui il video dell'intervento).
Come è già accaduto altre volte, ad esempio per il finanziamento pubblico dei partiti (qui un link), sull'onda dello scandalo sono state ridotte le somme più appariscenti, lasciando sotto il tappeto la polvere, invece di affrontare in maniera compiuta i problemi (qui la mia proposta di legge sulle indennità). I limiti posti al trattamento economico dei consiglieri regionali posti dal decreto continuano a confondere l'indennità in senso stretto (l'unica componente che dovrebbe diventare reddito personale degli eletti) con i fondi destinati a coprire spese per l'esercizio del mandato, reiterando il rischio che questi secondi possano diventare indiretto finanziamento ai partiti o reddito personale esentasse: una delle principali patologie dell'attuale sistema, anche in ambito parlamentare. Il decreto non fissa, peraltro, nessun limite agli oneri posti a carico del bilancio regionale per il personale che opera a servizio dei gruppi, una voce che pesa per circa il 90% del totale. Quindi, i “tagli draconiani” concordati tra Governo e Regioni incidono solo su una piccola quota dei soldi spesi dalle regioni per i gruppi consiliari.
Il decreto ha poi previsto la reintroduzione di una serie di controlli da parte della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di regioni ed enti locali. Peccato che, con il suo attuale organico, prossimo ad essere decimato da pensionamenti non coperti da nuove assunzioni, la Corte non è nemmeno lontanamente in grado di fare fronte a questi adempimenti e che quindi stiamo parlando di una norma bandiera (o di grida manzoniane). Si cosideri che in Lombardia i magistrati contabili sono 9 e dovrebbero esaminare ogni anno decine di migliaia di atti e complessi documenti finanziari. Sarebbe stato possibile, come proposto da un mio emendamento, consentire alla Corte di usare una parte del cospicuo avanzo accumulato negli ultimi anni nel suo conto consuntivo per reclutare personale a parziale compensazione dei pensionamenti. La norma non avrebbe quindi avuto un impatto negativo sugli equilibri di finanza pubblica, nè nel breve nè nel lungo termine, ma il governo (sottosegretario Polillo) si è chiuso in un imbarazzante silenzio.
In terzo luogo, il decreto avrebbe potuto fare di più per alleviare le difficoltà finanziarie delle famiglie e delle imprese colpite dal terremoto in Emilia. Insieme con i parlamentari di tutti i gruppi e di intesa con la Regione, avevamo proposto soprattutto di ampliare alcune previsioni in esso contenute al riguardo, per consentire un differimento del pagamento dell'Irpef ai lavoratori dipendenti con case danneggiate. Un risultato che siamo riusciti a conseguire solo dopo un faticoso tiro alla fune e in una misura insoddisfacente.
Di seguito alcune miei dichiarazioni rese alla stampa nel corso dell'iter, gli emendamenti da me presentati e l'intervento in Aula per dichiarazione di voto a titolo personale. Qui invece le sintesi dei miei interventi in Commissione (1 – 2 – 3).
REGIONI: VASSALLO (PD), DECRETO SU COSTI POLITICA È ELUSIVO (ASCA) – Roma, 2 nov – “Il testo del decreto sui costi della politica regionale proposto dal Governo e approvato in Commissione non risolve le principali ambiguità dell'attuale sistema. Le somme fissate per il “trattamento economico” dei consiglieri regionali sono ancora una volta “onnicomprensive”, continuando a confondere le somme che legittimamente possono far parte del reddito personale degli eletti (le indennità in senso stretto) e quelle destinate a coprire spese per l'esercizio del mandato. Viene quindi reiterato il rischio che anche questa seconda quota possa diventare reddito personale esentasse o indiretto finanziamento ai partiti: una delle principali patologie dell'attuale sistema, anche in ambito parlamentare. Le spese per l'esercizio del mandato, come proposto in un mio emendamento bocciato in Commissione che riproporrò in Aula, dovrebbero invece essere rigorosamente distinte dalle indennità, devono essere distintamente quantificate e coperte solo a fronte di appropriata documentazione o erogate direttamente dagli uffici regionali, senza passare per i conti correnti degli eletti, per remunerare collaboratori con regolare contratto”. Lo dichiara in una nota Salvatore Vassallo, deputato del Partito Democratico. “Il progetto non fissa, peraltro, nessun limite alla spesa per il personale, al contrario di quanto proposto in un mio secondo emendamento bocciato dalla Commissione che riproporrò in Aula. Si noti che la voce del personale pesa per non meno dell'80% sul bilancio dei gruppi. Quindi, i “tagli draconiani” di cui si parla incidono solo su una piccola quota. La lettera f-bis) del testo dei relatori stabilisce, come è ragionevole, che sono fatti comunque salvi “per le legislature correnti i contratti in essere”, ma fissa parametri del tutto fittizi anche per il futuro”, conclude Vassallo.
COSTI POLITICA: VASSALLO (PD), CONTROLLI RESTERANNO INATTUATI. CORTE DEI CONTI NON HA MEZZI PER FAR FRONTE (ANSA) – ROMA, 2 NOV – Il decreto sui costi della politica regionale “per quanto riguarda i maggiori controlli della Corte dei Conti su Regioni ed Enti locali, è destinato a rimanere inapplicato o ad essere applicato in maniera erratica”. Lo sostiene Salvatore Vassallo del Pd che aggiunge: “è del tutto palese che, al contrario di quanto detto dal Presidente Giampaolino e come documentato dalla associazione dei magistrati contabili, la Corte dei Conti non ha i mezzi per farvi fronte. Ad esempio, la sezione regionale della Lombardia è composta da 9 magistrati e dovrebbe esaminare ogni anno decine di migliaia di atti e complessi documenti finanziari. Per di più molti magistrati sono sul procinto di andare in pensione e i limiti al turn over renderanno presto il problema ancora più acuto. Sarebbe possibile, come proposto da un mio emendamento bocciato in commissione che riproporrò in Aula, almeno consentire alla Corte di usare una parte del cospicuo avanzo accumulato negli ultimi anni nel suo Conto consuntivo per nuove assunzioni, solo parzialmente sostitutive dei pensionamenti. La norma non avrebbe quindi un impatto negativo sugli equilibri di finanza pubblica, nè nel breve nè nel lungo termine. Il Governo, presente in Commissione nella persona del sottosegretario Polillo, non è stato in condizione o non ha voluto motivare la sua contrarietà. A queste condizioni, il maggiore rigore dei controlli evocato dal decreto assomiglia in maniera impressionante ad una norma bandiera o a una grida manzoniana”.
I tre emendamenti presentati in commissione
Sostituire la lettera b), dell’articolo 2, comma 1, con la seguente:
“b) abbia definito l’importo dell’indennità di funzione e dell’indennità di carica dei consiglieri e degli assessori regionali in modo che esse risultino in ogni caso complessivamente non superiori all’ottanta per cento dell'indennità stabilita per i Deputati, ed abbia fissato il complesso degli oneri posti a carico del bilancio regionale a copertura di spese documentate per l’esercizio del mandato, ivi incluse le spese per il personale di diretta collaborazione, in misura non superiore al settanta per cento di quanto previsto per i Deputati;”
VASSALLO
Sostituire le lettere f) e f-bis), dell’articolo 2, comma 1, con la seguente:
“f) fatti salvi i rimborsi delle spese elettorali previsti dalla normativa nazionale, abbia definito il complesso delle spese ammesse in favore di gruppi consiliari, incluse quelle relative al personale, al netto di quelle per le sedi e gli annessi servizi e dotazioni strumentali, in misura non superiore alla metà dell’ammontare dei fondi a cui complessivamente hanno diritto, a copertura delle spese per l’esercizio del mandato, i consiglieri che vi aderiscono. Le spese ammesse in favore di gruppi consiliari sono destinate esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all’attività del Consiglio regionale e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione, esclusa in ogni caso la contribuzione per partiti o movimenti politici, nonché per gruppi composti da un solo consigliere, salvo quelli che risultino così composti già all'esito delle elezioni. Sono fatti salvi in ogni caso i contratti di lavoro in essere nelle legislature correnti;”
VASSALLO
Dopo l’articolo 7, aggiungere il seguente articolo 7-bis:
“1. Al fine di assicurare il pieno e corretto espletamento delle funzioni di controllo della Corte dei conti sulla gestione finanziaria degli enti locali è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per l’anno 2013, di 5 milioni di euro per l’anno 2014 e di 7 milioni di euro, a regime, a decorrere dall’anno 2015, a valere sull’avanzo di amministrazione risultante dal bilancio consuntivo della Corte stessa, per l’assunzione di magistrati contabili da assegnare alle Sezioni regionali di controllo e alla Sezione centrale di controllo delle Autonomie, nonché per il reclutamento, mediante apposito concorso pubblico, per aree geografiche, di un contingente complessivo non superiore a 50 unità di personale amministrativo a tempo indeterminato dell’area III, ex area C, in possesso di laurea in giurisprudenza ovvero, per non meno di un terzo, in possesso di laurea in scienze economiche, statistiche e attuariali, da destinare, parimenti, alle suddette Sezioni. In alternativa, anche parziale, la Corte dei conti può acquisire le unità di personale amministrativo di cui al precedente periodo, dagli enti territoriali, attraverso processi di mobilità.”
VASSALLO
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