A scuola di legalità e virtù repubblicane
Non ci sarà giorno in cui taceremo. Questo lo prometto. A voce alta.
(Roberto Saviano)
Difendere in maniera intransigente la legalità non è un lusso e non può essere l’impegno di una parte sola.
I sistemi criminali deformano la coscienza civile, inquinano il mercato e allontanano gli imprenditori onesti, minano le basi della convivenza, distorcono la formazione della rappresentanza politica, sottraggono colossali risorse che potrebbero essere impiegate per il benessere dei cittadini. Costituiscono insomma una sfida di prima grandezza per la democrazia. Sia nel senso che sfidano le istituzioni democratiche proponendosi come una alternativa allo Stato, sia nel senso che la capacità di fronteggiare e battere le mafie, quelle che sparano e quelle con i colletti azzurri, è un metro con cui misurare la tenuta della democrazia.
Per questo, già a maggio, tra le prime iniziative concepite quando ha preso avvio Democratica, abbiamo deciso di mettere in agenda una scuola di legalità, e abbiamo pensato che fosse necessario promuoverla insieme a organizzazioni simili alla nostra ma di opposto orientamento politico. Avremmo voluto tenere la prima edizione di questa iniziativa al Sud, perché lì la sfida della criminalità organizzata è visibilmente più acuta. La data l’avevamo decisa già dalla metà di luglio. L’uccisione del sindaco di Pollica ha dettato il luogo.
Il 25 settembre andremo ad Acciaroli per dire che i nostri eroi non si chiamano né Totò Riina né Vittorio Mangano. Si chiamano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Si chiamano Marcello Torre, il sindaco di Pagani ucciso a colpi di lupara dalla Camorra su mandato di Raffaele Cutolo l’11 dicembre del 1980, e Angelo Vassallo.
Sarà la prima tappa di un itinerario che nei prossimi anni ci porterà in diversi luoghi del nostro Paese, perché le mafie lo minacciano con forme diverse al Sud e al Nord.
Il Cilento, peraltro, non è una terra di camorra. Non ci sono famiglie che controllano il territorio, non c’è violenza diffusa, non c’è racket sistematico, la gente può condurre una vita abbastanza serena. Ma anche sul Cilento si stanno allungando mani criminali, attraverso soldi macchiati di sangue che finanziano iniziative imprenditoriali o l’usura, attraverso pressioni sulle amministrazioni per entrare nel gioco degli appalti.
D’altro canto, quale che siano le specifiche motivazioni e i soggetti che stanno dietro al suo omicidio, ad Acciaroli andremo ad onorare la memoria di un sindaco esemplare. La dimostrazione che anche al Sud ci può essere e c’è una bella politica e una buona amministrazione, innovativa, disponibile ad ascoltare i cittadini, intransigente nella difesa della legalità, attenta alla salvaguardia dell’ambiente.
Insieme ad esponenti di diversi partiti, ad esperti delle politiche di contrasto della criminalità come Marco Minniti e Fabio Granata, ci saranno Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, animatore della rivolta civile contro il pizzo, e Annamaria Torre, della Associazione vittime innocenti della Mafia e di Libera, figlia dell’ex sindaco di Pagani. Ci saranno Roberto Saviano, che ha chiamato per nome e cognome la Camorra, indicando le trame attraverso cui si innesta nella società italiana, insieme al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e a Walter Veltroni.
Il 25 settembre saremo ad Acciaroli per riflettere insieme sull’impegno comune, delle istituzioni e della società civile, al di là degli schieramenti politici, contro la criminalità, ma anche dare vita ad una manifestazione di patriottismo repubblicano.
Salvatore Vassallo