Firme a rischio senza i Dem
I termini della partita referendaria sono ormai chiari. La posta è alta e il tempo sta per scadere.
Il Passigli è fuori gioco, anche se il solitario presidente continua a disseminare pillole di stravagante sapienza: a) Il suo referendum abolirebbe le liste bloccate (impossibile); b) il principale difetto della Calderoli è il premio di maggioranza (come dire che anche i sistemi elettorali per comuni, province e regioni vanno buttati al macero); c) un sistema piattamente proporzionale con soglia di sbarramento al 4% e liste bloccate, in cui chi supera la soglia ha mano libera nel gioco delle alleanze parlamentari, limiterebbe la frammentazione a sei soli partiti (lui stesso a quel punto forse avrebbe la tentazione di inventersene uno; a me vengono subito in mente almeno due o tre personalità che potrebbero provarci); d) la Mattarella ha prodotto l’Unione (l’Unione fu inventata in regime di Calderoli, prima c’era l’Ulivo); e) il Porcellum è meglio dei collegi uninominali con recupero proporzionale della Mattarella (come dire che gli italiani sono idioti, non essendosi mai lamentati tanto come ora, quando il sistema era, secondo lui, peggiore). Passigli ha avuto però un merito. Ha sollecitato tanti di noi ancora tentennanti, in maggio, sul da farsi a provare la strada “lucidamente disperata” del referendum integralmente abrogativo. Una strada che oggi costituisce l’ultima possibilità per dare un senso a questa insensata legislatura sperando che la prossima nasca sotto un segno diverso.
Nel PD in molti ne sono pienamente consapevoli. Tre giorni fa intervenendo alla festa del PD di Bologna ad una tavola rotonda su costi e riforma della politica ho esposto una possibile piattaforma fatta di tagli al numero dei parlamentari, drastico ripensamento delle province, trasparenza negli emolumenti ai titolari di cariche pubbliche, rigore assoluto nei confronti dei “compagni che sbagliano” e, naturlamente, abolizione via referendum della porcata con ritorno ai collegi uninominali. Claudio Martini, il più autorevole esponente di partito tra gli intervenuti, si è detto d’accordo su tutto il resto ma, fedele alla linea della segretaria nazionale, ha concluso che “noi sul referendum non siamo impegnati”. Per fortuna un giorno prima Romano Prodi aveva firmato in Comune e lo stesso aveva fatto Vasco Errani. Il giorno dopo, presso i banchetti che abbiamo allestito insieme a qualche volenteroso presso la festa de l’Unità, ha firmato il segretario bolognese Raffaele Donini. Così come hanno fatto altrove tutti i segretari provinciali emiliani e il regionale Stefano Bonaccini.
Qual è il problema oggi? Non, quindi, se, nelle condizioni date, sostenere il tentativo referendario sia o no “la cosa giusta”. Ma se si riesce o no a raccogliere le firme richieste entro la fine del mese. Parisi ha avuto il merito di esercitare la sua epica testardaggine mantendo viva l’impresa anche quando altri si erano ritratti. Personalmente ho continuato a seguirlo anche allora, pur esprimendo dubbi sulla opportunità di riesumare il simbolo dell’asinello per identificare la sua “filiera”: un partito per cui ho votato con rara convinzione, ma che oggi genera un fastidio simile a quello che proverei a vedere dirigenti del PD promuovere iniziative politiche sotto il segno dei Ds o della Margherita. Messa così, la macchina organizzativa del referendum è disperatamente fragile. A Bologna stiamo cercando di darle una gamba democratica, che abbiamo chiamato “30settembre2011”, per dare il senso dell’urgenza e chiarire che il comitato ha un obiettivo unico e a termine. Pippo Civati ha meritoriamente mobilitato il circuito Prossima Italia. Altri di stanno muovendo. Ma in parecchie città non si sa nemmeno dove stiano i “raccoglitori”. Non si tratta di chiedere aiuto alla fanteria del partitone organizzato in forma ufficiale. Solo di chiedere ai militanti e agli amministatori del PD che ci credono uno sforzo in più. Oltre a sottoscrivere, si siedano per qualche ora dietro ad un banchetto. Chi fosse interessato a farlo in provincia di Bologna, se crede, può scrivere a 30settembre2011@gmail.com.