Il caso Englaro
Ho cercato di sintetizzare quello che penso degli sconsiderati attacchi di Silvio Berlusconi al Presidente della Repubblica in una dichiarazione riportata da varie agenzie di stampa. «La Costituzione non è immodificabile. Pochi negano che siano opportune mirate revisioni della sua seconda parte. Ma l’esperienza ci insegna che per farlo sono necessari grande equilibrio, un percorso trasparente e condiviso, la costruzione di un clima di reciproca fiducia sugli esiti ed un riconoscimento dei valori di fondo che animano la prima parte della nostra carta fondamentale. Invece, le spregiudicate forzature del Presidente del Consiglio e le sue dichiarazioni sono deliberatamente finalizzate a imprimere una torsione ai normali rapporti tra i principali organi dello Stato alterando i necessari equilibri e bilanciamenti. Approvando di un decreto considerato irricevibile dal Quirinale, Berlusconi ha voluto prefigurare un diverso assetto dei rapporti tra Governo, Presidente della Repubblica e Parlamento con l’intenzione (dichiarata) di promuovere una revisione unilaterale della Costituzione. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile. Un atteggiamento che può peraltro solo irrigidire le posizioni e impedire ogni razionale esame di quei cambiamenti dell’assetto istituzionale che sarebbero invece utili. Ci riporta irrimediabilmente al clima di scontro della XIV legislatura (2001-2006), prefigura come accadde allora riforme votate a maggioranza, di smisurate ambizioni ma di corto respiro.»
Nel merito, credo che la dolorosa vicenda di Eluana Englaro e della sua famiglia, i complessi interrogativi che pone alla coscienza individuale di ciascuno di noi ed in particolare a chi è chiamato a legiferare, siano stati forzati per fini politici con impressionante cinismo da chi vuole, da una parte e dall’altra, per una sua convenienza immediata o per furore ideologico, farci tornare alle guerre di religione tra anticlericali e devoti. Su questo argomento i neofiti dell’integralismo cattolico (alcuni tra i più accesi erano fino a ieri atei militanti o seguaci di una ideologia pagana) dovrebbero andare per una volta a lezione di lealtà costituzionale, laicità e pietas cristiana da Giulio Andreotti (vedi la sua intervista a La Stampa). Personalmente, sul piano teologico e morale, mi ritrovo nelle parole sapienti che ha speso, sempre su La Stampa, il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi. E trovo che la posizione del PD sia stata, sul piano politico e legislativo, ragionevole ed equilibrata: fermamente a sostegno della corretta posizione del Presidente Napolitano, indisponibile a trasformare il Parlamento in una improbabile quarta sede di giudizio per ribaltare una decisione definitiva della Corte di Cassazione. Rispettosa della dignità e della coscienza delle persone quando, in circostanze estreme, sono poste di fronte al limite della loro vita.