Il DDL Gelmini alla Camera
Il disegno di legge governativo su governance universitaria e reclutamento dei docenti è ormai prossimo alla votazione finale da parte della Camera dei Deputati. A partire da martedì 23 novembre si inizierà a votare su emendamenti ed articoli con la prospettiva che il testo venga licenziato entro la fine della settimana. Dovrà tornare al Senato, ma è molto probabile che qualora la maggioranza riuscisse a farlo passare alla Camera, nella successiva lettura respingerebbe ogni ulteriore proposta emendativa. È insomma assai probabile che quella approvata alla Camera diventi la versione definitiva. Alla maggioranza pare tornata la fretta di approvare la legge, anche se non è certo che fra tre settimane sia ancora tale.
Potremmo trovarci così con un governo in bilico o un governo composto diversamente da quello oggi in carica, se non alla vigilia di una campagna elettorale, mentre dovrebbe prendere il via un complicato riassetto del sistema universitario, pensato peraltro in una ottica centralistica che contrappunta ogni passaggio cruciale con scelte affidate al Ministero. Gli Atenei verrebbero quindi lasciati per mesi nel limbo della transizione, in attesa degli innumerevoli decreti legislativi e regolamenti ministeriali a cui la legge fa rinvio.
Basterebbe questo per giustificare il quesito se "qualsiasi riforma sia meglio di nessuna riforma". Proprio intorno a tale quesito la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna ha organizzato un incontro lunedì prossimo 22 novembre, a cui parteciperò provando a riportare le opinioni che mi sono formato partecipando all'esame del progetto nelle Commissioni cultura e Affari Costituzionali. Il programma è riportato qui sotto.
Chi fosse interessato, cliccando sui link che seguono, nel frattempo può scaricare: la versione del progetto approvata in commissione cultura (le parti in grassetto sono quelle modificate rispetto al testo del Senato … ma non si faccia caso all'articolo 5-bis, con il quale si promettono 1500 nuovi associati per ciascuno degli anni dal 2011 al 2016, perché non ha copertura finanziaria); il complesso degli emendamenti presentati in Commissione da componenti del gruppo PD con, evidenziati in giallo, quelli approvati; il complesso degli emendamenti che potrebbero essere ripresentati o presentati ex novo in Aula (brogliaccio di lavoro); il parere alternativo a quello della maggioranza presentato dal PD in Commissione Affari Costituzionali che contiene a mio avviso elementi sufficienti a giustificare la presentazione di una pregiudiziale di costituzionalità in Aula. Ogni valutazione o suggerimento riguardo agli emendamenti e al parere di costituzionalità sono benvenuti.
Lunedi 22 novembre ore 17
Intervengono
Coordinano la discussione: