In Emilia-Romagna serve una svolta
Corriere della sera ed. Bologna (02/04/2010) | Quello delle Regionali è un risultato «molto preoccupante e tutt’altro che rassicurante». Mentre i due segretari (bolognese e regionale) invitano a guardare al bicchiere mezzo pieno, il politologo e deputato del Pd Salvatore Vassallo chiede di ostentare meno ottimismo. Ma di non mettere comunque in discussione Vasco Errani: «Va ringraziato».
Onorevole, anche se cresce in percentuale il Pd a Bologna perde 20 mila voti. «Sta ballando sul Titanic», come dice Sergio lo Giudice?
«È un’immagine che funziona. I numeri dicono che quest’effetto non è localizzato solo in città, visto che in percentuale si sono persi gli stessi voti a Modena o Reggio Emilia. Ma questo doveva essere l’anno della ripresa, soprattutto in Emilia-Romagna, e invece non è andata così. La situazione non è più grave a Bologna, ma ciò non vuol dire che il caso Delbono non abbia pesato. Semplicemente, come è accaduto per Marrazzo, ha contribuito allo scoramento diffuso».
Mariangela Bastico, leader dell’area franceschiniana di cui anche lei fa parte, imputa parte del crollo di consensi alla ricandidatura di Errani.
«Io sono stato l’unico a porre dei dubbi sull’opportunità del terzo mandato e sono stato coperto di insulti. Nonostante questo non si può adesso imputare a Errani alcuna responsabilità: si è speso in campagna elettorale e ha fatto quello che poteva, va ringraziato. L’abbiamo scelto all’unanimità, ma adesso va incalzato perché prenda atto del segnale forte che viene dagli elettori. Abbandonando i bilancini e gli accordi tra correnti deve portare però un po’ di rinnovamento in Regione, dimostrando che questo non è il terzo, ma il primo mandato di una fase nuova».
Insomma: una giunta fatta senza spartizioni di coalizione?
«Sicuramente. Non si può pensare, come si è fatto troppe volte, che è andata male ma continuando come sempre tutto si ricompone. Sulla Regione contendibile aveva ragione Walter Vitali e tutti ne devono prendere atto, superando certi comportamenti e liturgie superati».
Tra un po’ inizieranno i congressi. Quello di Bologna potrebbe essere una resa dei conti tra blocchi contrapposti, pro e contro il segretario Andrea De Maria. È una prospettiva che la preoccupa?
«Se ciò accadesse saremmo di fronte alla conclusione di un vicenda iniziata nel ’99 che fino adesso ha dato pessimi frutti. Bisogna evitare che la vita del Pd sia ancora contrassegnata dal conflitto interno alla componente post Pci-Pds-Ds».
E il candidato sindaco? Qualcuno dice che lo hanno indicato le Regionali con quasi 20 mila preferenze a Maurizio Cevenini.
«La capacità di Cevenini di parlare a un elettorato sfiduciato è apprezzabile, ma servono candidature che non siano espressione del circuito politico, autorevoli e magari con un’esperienza non circoscritta alla città. Non possiamo permettere che i possibili candidati siano solo quelli delle primarie 2009 o di queste Regionali, non avremmo capito il senso di questo voto».