La settimana parlamentare
I provvedimenti e gli eventi più rilevanti della settimana scorsa sono purtroppo noti. In assemblea alla Camera è stato consumato il patto scellerato tra Lega Nord e PdL secondo il quale il "partito delle libertà" avrebbe approvato (sotto il vincolo del voto di fiducia) il disegno di legge Maroni su ronde, reato di immigrazione clandestina, misure varie anti-immigrati, la Lega avrebbe fatto lo stesso (di nuovo con voto di fiducia) con le norme per limitare l'uso delle intercettazioni come mezzo di prova. Missione compiuta! La Lega ha avuto la sua parte di leggi razziste – già incassate in campagna elettorale, e che già cominciano a fare i primi danni evidenti con l'annunciata costituzione delle ronde – il "partito di Berlusconi" ha trovato il modo per assottigliare ulteriormente la capacità di indagine della magistratura e vigilanza dell'opinione pubblica. Al momento dell'approvazione finale del provvedimento, abbiamo dovuto prendere atto che anche alcuni parlamentari dell'opposizione, coperti dal voto segreto, hanno votato a favore della legge che limita fortemente le indagini, impedirà, ad esempio, ai giornali di esercitare pienamente la libertà di stampa, di usare le intercettazioni "per le quali sia stata decisa la distruzione", di pubblicare i nomi dei magistrati relativamente ai procedimenti loro affidati. Impedendo ai cittadini di sapere.
Al Senato è stato almeno evitato che un dittatore potesse parlare nell'Aula che dovrebbe esprimere il senso più alto delle nostre istituzioni democratiche, nonostante la svista del vicecapogruppo PD Nicola Latorre. Alla Camera l'evento in onore di Gheddafi organizzato dalla Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D'Alema è saltato solo perché Gianfranco Fini dopo due ore di attesa ha ritenuto che il troppo è troppo, e le buone relazioni diplomatiche e commerciali con la Libia richiedono almeno un minimo grado di rispetto per le nostre istituzioni.