Le fantasie sul partito-Netflix e la realtà
Una settimana fa, in articoloni e interviste senza contraddittorio Davide Casaleggio favoleggiava del M5S come dell’«unica forza politica al mondo che consente ad ogni iscritto di contare nella formulazione del programma». Il convegno senza streaming di cui tutto ciò era premessa non ha partorito nemmeno una mezza idea raccontabile sul Fatto quotidiano. In compenso, pochi giorni dopo il tribunale di Genova ha annullato l’editto con cui la vincitrice delle comunarie, Marika Cassimatis, era stata epurata e il risultato della consultazione riscritto di suo pugno dal grande Capo.
Non è una decisione clamorosa. Laddove la Costituzione chiede ai partiti di adottare il metodo democratico implica cose semplici: i dirigenti devono essere scelti attraverso una libera competizione decisa dal voto degli associati; questo ed altri diritti di partecipazione devono essere riconosciuti da regole scritte, non manipolabili a piacimento, che sia possibile far valere anche di fronte alla magistratura civile.
Una legge che applichi questi principi ai partiti non c’è e i 5 Stelle non la vogliono, perché nel partito di Grillo e Casaleggio Jr. le cose stanno così: i due controllano il marchio, il blog da cui promana la linea politica da spammare sui social, la cooptazione delle seconde file, la definizione e la manipolazione delle regole; nessuno dei due è stato eletto né può essere sostituito; le consultazioni sono orientate da messaggi che scendono dall’alto e ispirano i fedeli; se gli iscritti non indovinano o contraddicono il pensiero dei guru i risultati vengono annullati e i dissidenti espulsi.
Ma per giustificare la decisione dei magistrati di Genova bastano norme valide per le polisportive. Sono un sassolino nell’ingranaggio del partito-Netflix che mette a nudo il contrasto tra teorie immaginifiche e realtà. Tra chi favoleggia di una partecipazione totale impossibile e chi la democrazia la pratica, sulla base di regole innovative, non improvvisate, in un partito che non ha un padrone, che ha leader forti proprio perché liberamente scelti da una vasta platea di iscritti e di elettori.
(*) Pubblicato su l’Unità.