Partiti e primarie
É iniziato l'esame in sede referente, presso la Commissione Affari costituzionali, dei disegni di legge in materia di "Attuazione dell'articolo 49 della Costituzione". Di seguito il resoconto del mio intervento, il primo ad avviare la discussione, nel quale ho esposto in sintesi.il progetto di legge a cui ho lavorato con Walter Veltroni e Stefano Ceccanti. Da alcune settimane si percepisce un certo attendismo sull'argomento. Dopo le roboanti dichiarazioni fatte ai giornali da vari leader del PdL, l'annunciato progetto di legge Quagliariello-Cicchitto non è pervenuto!
Salvatore VASSALLO (PD) ricorda che in Italia i partiti politici non sono soggetti a nessuna disciplina, nonostante svolgano un ruolo pubblico di fondamentale importanza. Alcuni di essi si sono dati norme volte a garantire la democrazia interna, ma questo è avvenuto su base volontaria e non per obbligo di legge. Questo è stato fino ad oggi possibile in quanto l'articolo 49 della Costituzione è stato tradizionalmente inteso nel senso che ai partiti è richiesto soltanto di competere tra loro con metodi democratici, e quindi civilmente e senza il ricorso alla violenza, e non anche di assicurare al loro interno la democrazia. Questa interpretazione del dettato costituzionale trova avallo nei lavori dell'Assemblea costituente, nella quale si raggiunse un accordo compromissorio per non inserire nella Costituzione in modo espresso il vincolo, per l'esistenza dei partiti, della democrazia interna. Infatti alcuni partiti – e innanzitutto il Partito comunista italiano – non avevano una organizzazione interna effettivamente libera e democratica e temevano quindi che gli altri partiti potessero invocare questo fatto per porli fuori legge. L'accordo fu quindi nel senso che la vita interna dei partiti fosse un affare privato dei partiti stessi.
Osserva che le circostanze che erano alla base di questa interpretazione dell'articolo 49 sono venute meno, mentre ne sono sopraggiunte altre, le quali impongono una lettura evolutiva del citato articolo, in base alla quale l'obbligo di «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» non deve riguardare solo la dialettica tra i partiti, ma anche la vita interna di ciascun partito. È quindi giunto il momento di stabilire una disciplina pubblicistica dei partiti, in particolare con riferimento alla selezione dei candidati, che è un'attività di rilievo costituzionale. Occorre che il finanziamento pubblico dei partiti sia subordinato alla condizione che questi, nella selezione dei candidati, che è appunto un'attività di interesse pubblico generale, procedano in forme tali da assicurare la democrazia. In questo senso si orienta la proposta di legge presentata dal suo gruppo (C. 4194), la quale condiziona l'erogazione di una parte consistente di finanziamenti all'utilizzo, da parte dei partiti, delle elezioni primarie come strumento per la selezione dei candidati per le campagne elettorali.
Rileva, al riguardo, che le elezioni primarie, come le intende il suo partito, si distinguono da altre forme, non necessariamente non democratiche, di selezione dei candidati in virtù di alcune caratteristiche a suo avviso essenziali: quella di essere aperte, e quindi non riservate agli iscritti al partito, e quella di essere basate su un sistema chiaro, quello uninominale maggioritario, tale da porre l'elettore, anche il meno attento alle questioni politiche, di fronte a una scelta chiara tra più persone che egli è messo in condizione di conoscere. Alcuni sostengono che le primarie aperte a tutti sono esposte al rischio di inquinamenti, nel senso che potrebbero parteciparvi anche i sostenitori di partiti diversi da quello che svolge le primarie: a suo avviso, questo rischio sarebbe fortemente mitigato nel momento in cui tutti i partiti svolgessero elezioni primarie lo stesso giorno alla stessa ora. In ogni caso, la soluzione della registrazione preventiva dei partecipanti al voto non è a suo parere utile ad evitare il rischio e anzi lo accrescerebbe in quanto non impedirebbe a gruppi organizzati di registrarsi per inquinare le primarie di un partito rivale.
Infine, sottolinea che le elezioni primarie non possono in ogni caso neutralizzare gli effetti obbrobriosi della riforma elettorale Calderoli, con le sue liste bloccate, la quale, più che modificata, deve essere abrogata.