Primarie per legge
Assicurare trasparenza alla vita interna dei partiti e istituzionalizzare le primarie. Questi gli obiettivi che si pone il progetto di legge a cui ho lavorato insieme a Walter Veltroni e Stefano Ceccanti e di cui sono tra i primi firmatari. Alla Camera, oltre che da Veltroni, Pierluigi Castagnetti (autore di un precedente progetto sulla attuazione dell'articolo 49 della Costituzione che abbiamo integralmente recuperato) e da me, è stato sottoscritto da cinquanta deputati (C. 4194), ed è già all'esame della Commissione Affari Costituzionali (da questa pagina è possibile seguirne l'iter parlamentare). È stato depositato anche al Senato (S. 2689), dove è stato sottoscritto da altri 29 parlamentari.
Come è noto, l’articolo 49 della Costituzione italiana attribuisce a tutti i cittadini il diritto di associarsi liberamente in partiti, al fine di «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Fino ad oggi, il richiamo al «metodo democratico» è sempre stato interpretato come un limite all’azione dei partiti, gli uni nei confronti degli altri, piuttosto che come un obbligo di assumere una struttura democratica anche al loro interno. La scelta fatta in Assemblea Costituente era legata al particolare momento storico: con l’avvento della guerra fredda, imporre vincoli di democraticità interna avrebbe esposto i partiti alle ingerenze della magistratura e del governo, con il rischio, per i partiti perdenti alle elezioni successive, di essere messi letteralmente fuorilegge.
Nel corso del primo sessantennio repubblicano sono venute meno tali ragioni di cautela, mentre è emersa con crescente forza la necessità di dare trasparenza e garantire la democraticità della vita interna dei partiti, come elemento essenziale della credibilità e della democraticità del sistema. Allo stesso tempo, il dibattito pubblico si è concentrato in maniera sempre più insistente sulla necessità di trovare nuovi canali per una partecipazione efficace dei cittadini, data la crisi delle tradizionali forme organizzative dei partiti.
Mentre sul piano legislativo si è rimasti sostanzialmente fermi, il Partito Democratico ha elaborato e introdotto soluzioni innovative, mutuandole dal sistema americano, e la cui validità è stata recentemente dimostrata dal successo dei candidati alle elezioni amministrative eletti tramite le primarie e dal fatto che oggi sono invocate anche dal Pdl.
I tempi sono dunque maturi per una disciplina pubblicistica sui partiti politici. La nostra proposta si differenzia rispetto a quelle precedenti per il fatto di associare alle norme sulla natura dei partiti politici – considerandole associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica – quelle sulle modalità di selezione delle candidature: è questa infatti la più significativa «funzione avente rilevanza costituzionale» svolta dai partiti.
La nostra proposta promuove le primarie condizionando l'assegnazione del cinquanta per cento dei rimborsi elettorali alla loro adozione quale metodo per la selezione delle candidature. Questo in tutti i casi in cui questo sia tecnicamente possibile: le primarie, infatti, costituiscono uno strumento efficace di coinvolgimento di un largo numero di cittadini nella scelta delle candidature quando questi ultimi sono posti di fronte ad alternative chiare, altamente visibili e ben identificabili, rispetto alle quali la loro opzione individuale può essere davvero dirimente. Non è un caso che anche altrove le si adottino solo con riferimento alla scelta di candidature per cariche monocratiche di governo o per cariche assembleari la cui elezione avviene nell'ambito di collegi uninominali con formula maggioritaria. Questo consente che le stesse primarie si possano svolgere utilizzando il metodo del voto nominale e della maggioranza semplice.
Obiettivo della proposta è cedere la sovranità sulla scelta delle candidature più importanti ai cittadini, attenuare il peso delle oligarchie e dei gruppi organizzati dentro i partiti, rendere effettiva la contendibilità degli incarichi, far valere un po’ di più la reputazione personale dei candidati e la loro capacità di parlare ad un pubblico vasto di elettori, rispetto alla capacità di intessere una trama di relazioni magari più spessa ma con un nucleo relativamente piccolo di dirigenti, militanti o clienti.
Qui sotto il video della conferenza stampa nel corso della quale abbiamo presentato il progetto.
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