Proposte per l’Università
Durante l’incontro del.18 gennaio scorso, cui hanno partecipato molti colleghi di Unibo, è risultata largamente condivisia l'idea che il progetto del Governo sull'Università contraddica le finalità che dichiara di voler perseguire. In particolare, l'enfasi sull'autonomia e la valutazione dei risultati sono contraddette da una minuziosa regolazione delle procedure concorsuali, così come della governance, dell'articolazione organizzativa, delle scelte gestionali degli atenei. Molti interventi posero in evidenza la necessità di snellire da questo punto di vista il disegno di legge e di introdurvi norme più puntuale riguardo a parametri, modalità, effetti della valutazione. Al termine dell'incontro si decise di approfondire questi aspetti e di rivedersi periodicamente, in tempi utili a concordare posizioni spendibili sul piano parlamentare.
È stato poi effettivamente avviato un lavoro al riguardo, per iniziativa dei proff. Alberto De Bernardi, Polo Leonardi e Giovanni Zamboni, i quali hanno anche organizzato un seminario che si terrà venerdì 4 giugno dalle 15:30 alle 18:30 presso il plesso di San Giovanni in Monte (Aula Prodi, Piazza San Giovanni in Monte, 2 – Bologna) per discutere delle proposte che hanno nel frattempo elaborato (leggi il documento) e degli sviluppi del dibattito parlamentare sul progetto Gelmini.
Il DDL governativo è stato infatti licenziato, con modifiche, dalla Commissione Istruzione del Senato e verrà posto in votazione in Aula nel corso del mese di giugno, presumibilmente tra il 14 e il 18. Cliccando qui, si può scaricare il testo a fronte della proposta originaria del Governo e della versione approvata in Commissione.
In parallelo a questa prima fase dell'esame parlamentare del progetto, sono stati sollevati altri problemi a cui il DDL Gelmini non da risposte adeguate e su cui sarà dunque necessario intervenire durante l'esame alla Camera: ad esempio, oltre ai profili già citati, la razionalizzazione delle figure non incardinate (il cosiddetto precariato universitario) e il ripensamento dello status dei ricercatori.