Referendum. Testo e contesto
I quattro referendum per cui si vota domenica e lunedì prossimo sono stati caricati di tanti significati. Il contesto post-elettorale in cui si svolgono li fa interpretare come una possibile definitiva spallata al governo in carica. Una parte della campagna che li ha preceduti ha cercato di connotare quelli sull'acqua come una battaglia per la totale ri-pubblicizzazione dei servizi locali.
Sotto questo profilo, credo abbiano fondamento i dubbi espressi, tra gli altri, da.Pietro Ichino e da Matteo Renzi riguardo al secondo quesito, relativo alla remunerazione degli investimenti privati. Come Ichino, farò prevalere sul punto l'indicazione del Pd rispetto alle mie personali perplessità. Il quesito sul nucleare è stato reso meno nitido dall'intervento confuso del governo per impedirla e dal successivo intervento della Cassazione per salvare la consultazione. Quello sul legittimo impedimento è stato preceduto da una sentenza della Corte costituzionale che ha già parzialmente censurato l'istituto ad personam. Che li si estragga o meno dal contesto, ci sono molte buone ragioni per votare. Io voterò Sì, essendo consapevole che, per chi fa politica in Parlamento, tre di quei Si devono essere accompagnati da un paio di impegni. I due Sì per la tutela dell'acqua come bene pubblico implica un impegno a definire un quadro normativo che consenta una efficiente gestione dei servizi idrici, a partire da investimenti edeguati nelle reti. Il No al nucleare implica un impegno effettivo a studiare scenari realistici e premere per una strategia energetica nazionale che promuova il risparmio energetico e uno sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile delle rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse), evitando che, in asssenza di una politica realistica, il no al nucleare finisca per significare un ritorno al carbone. Ovviamente Sì, senza chiose, contro il legittimo impedimento.