Depositato l’ispano-tedesco
Il 27 gennaio ho depositato alla Camera un.progetto di legge (cliccare qui per scaricarlo) di riforma del sistema elettorale sottoscritto anche dai deputati PD Causi, Corsini, Martella, Peluffo, Rubinato, Touadi, Vaccaro, che riproduce il modello ispano-tedesco da me elaborato nel 2007 (e per questo anche detto Vassallum, cfr. Wikipedia). Verso le fine della scorsa legislatura l'ispano-tedesco fu proposto da Walter Veltroni agli altri partiti e che per qualche tempo sembrò potesse costituire un punto di incontro tra Pd e PdL per superare il Porcellum. Cliccando qui si può scaricare il documento in cui sono state originariamente esposte le finalità e le caratteristiche tecniche di questo sistema elettorale (il documento fu pubblicato anche da Il Riformista il 13.11.07). Cliccando qui si può vedere la rassegna stampa prodotta a suo tempo dalla Camera dei Deputati sul dibattito che suscitò allora. Più di recente, segnalo gli articoli del Sole 24 Ore, L'Unità, Avvenire, il Velino. Qui, invece, una rassegna degli articoli che si sono occupati del modello ispano-tedesco nelle ultime settimane. Nel maggio 2008 il Sen. Giuseppe Saro del Popolo delle Libertà (S-696) aveva già depositato al Senato un progetto che ricalca rigorosamente il modello da me proposto. Più di recente, sempre al Senato, è stato depositato un progetto di contenuto pressoché identico dai Senatori del Partito Democratico Ceccanti, Morando, Tonini, Giaretta, Adamo e Negri. I termini della questione non paiono oggi molto diversi da allora, mentre le condizioni politiche sono assai più favorevoli al raggiungimento del necessario consenso bipartisan. In una mia intervista al quotidiano La Stampa sono messe in evidenza le differenze tra questo modello e quello inizialmente proposto da Luciano Violante ai negoziatori dei partiti.
L'ispano-tedesco è un sistema elettorale decisamente meno maggioritario di quelli adottati in Gran Bretagna e Francia, dove con meno del 40 per cento dei voti si possono ottenere larghe maggioranze parlamentari; ma è meno proporzionale del sistema tedesco. Come nel sistema tedesco, i parlamentari sarebbero scelti per metà in collegi uninominali (in base alla formula maggioritaria), per metà su liste circoscrizionali molto corte (composte di fatto da un massimo di tre candidati eleggibili). In questo modo, chi vota sa bene chi manda in parlamento se vota per un partito o per l'altro. Come nel sistema spagnolo, la dimensione relativamente piccola delle circoscrizioni elettorali fa sì che ci sia una soglia implicita contro la frammentazione e che vengano leggermente premiati i partiti più grandi, i quali si fanno carico di conferire una dinamica bipolare alla competizione.