Riforma del lavoro
Lunedì 26 marzo mattina sono stato intervistato per un'oretta da Paolo Bonazzi di Radio Tau (Bologna) sulla riforma del mercato del lavoro. Di seguito i file audio della trasmissione e alcuni lanci delle agenzie di stampa sulle mie dichiarazioni, poi in parte riprese dai quotidiani bolognesi. Quel giorno stesso, sono arrivati i documenti ufficialmente licenziati dal Governo. Chi vuole andare alla fonte, li può scaricare qui: Documento 1; Documento 2. —-> Di seguito l'audio dell'intervista e le Agenzie.
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LAVORO: VASSALLO, SU AMMORTIZZATORI SOCIALI E LOTTA ALLA PRECARIETÀ, GIUDIZIO NEL COMPLESSO POSITIVO
(AGENPARL) – Roma, 26 mar – “La riforma degli ammortizzatori era necessaria ed è benvenuta”. Ha affermato oggi l’On. Salvatore Vassallo (PD) intervenendo nella trasmissione "Detto tra noi" di Radio TAU. “Anche le parziali correzioni al regime della Cassa integrazione, che in alcuni casi ha consentito abusi e generato distorsioni, sono ragionevoli”.
“Serviva una copertura più ampia e collegata alla effettiva disponibilità dei lavoratori in mobilità a cercare una nuova occupazione. La riforma istituisce per la prima volta nel nostro Paese un sistema universale di assicurazione contro la disoccupazione per tutti i lavoratori subordinati. Inoltre l'indennità copre per più tempo i lavoratori in mobilità con più di 58 anni”.
“Il progetto cerca di limitare il ricorso ai contratti atipici, la cui eccessiva diffusione alimenta una delle forme peggori di precarietà”, ha notato Vassallo. “Come chiesto dal PD, il progetto del Governo rende più costosi i contratti atipici (+1,4% di contributi), ne limita la reiterazione nel tempo e incentiva con sgravi contributivi la loro trasformazione in contratti a tempo indeterminato. Impone inoltre che siano trasformati in contratti a tempo indeterminato e riconosce un risarcimento al lavoratori quando si può presumere che coprano rapporti di lavoro subordinato. Impone un obbligo di comunicazione (sms, fax, pec) per il lavoro intermittente e a chiamata. Limita il ricorso al lavoro intermittente alle sole fasce centrali di età. Rende più vantaggioso per le aziende il contratto di apprendistato, ma stabilisce che possano essere assunti nuovi apprendisti solo se sono stati stabilizzati almeno il 50% di quelli assunti nei tre anni precedenti. Rafforza gli sgravi contributivi (meno il 50%) per favorire il reinserimento al lavoro delle persone con più di 50 anni.”
“Ci sono margini di miglioramento, ma per questi due aspetti, la riforma va nella giusta direzione. Rimane il nodo dei licenziamenti per ragioni economiche".
ART.18: VASSALLO, VERO NODO SONO I LICENZIAMENTI PER MOTIVI ECONOMICI
(AGENPARL) – Roma, 26 mar – “La motivazione per cui il Governo propone di modificare la disciplina dei licenziamenti è comprensibile. Oggi molti imprenditori considerano l'assunzione di personale alla stregua di un azzardo perché sono imprevedibili i costi che dovranno sopportare qualora dovessero valutare utile per l’azienda di rescindere quel contratto. In Italia si licenzia facilmente quando si riesce a dimostrare che una azienda è già in crisi. Negli altri casi è una lotteria, che può andare a vantaggio di imprenditori con atteggiamenti predatori ma anche, in alcuni casi, di lavoratori che sfruttano opportunisticamente le tutele previste dalla legge. L'esito della lotteria è affidato ad una giustizia civile lentissima e incoerente.” Questo quanto affermato dall' On. Salvatore Vassallo (PD) durante la trasmissione di Radio Tau "Detto tra noi".
Entrando più nel merito della riforma, Vassallo ha affermato che, “mentre essa non prevede nessuna attenuazione delle tutele in caso di licenziamenti discriminatori o di licenziamenti disciplinari ingiustificati, prevedendo tra l’altro la possibilità per il lavoratore di scegliere tra reintegro e indennizzo, il vero nodo sono i licenziamenti per ragioni economiche”. “Ovviamente prima di giudicare bisogna leggere il testo definitivo. Dalle bozze che leggo, ritengo che la norma vada perfezionata sia con riguardo ai casi in cui le ragioni economiche si rivelino fondate sia con riguardo ai casi in cui si rivelino false”, commenta Vassallo.
“L'articolo 18 non è un testo sacro, ma certo è difficile accettare che venga comunque negata la reintegrazione a lavoratori licenziati per motivi economici ove vi siano indizi che in realtà la motivazione economica non documentata in giudizio nasconda intenti discriminatori o di rappresaglia. Così come non è possibile accettare che il licenziamento per ragioni economiche, ancorché fondate, non preveda un indennizzo. Sul punto sarebbe preferibile la soluzione proposta da Pietro Ichino. Se l’imprenditore licenzia per motivo oggettivo, deve essere automaticamente e sempre tenuto a pagare un indennizzo, che costituisce la vera “prova” delle sue motivazioni: se è disposto a pagare l’indennità, vuol dire che si aspetta una perdita economica superiore nel caso in cui il lavoratore rimanga in azienda. Se l’imprenditore vuole esimersi dal pagamento dell’indennizzo, allora deve dimostrare la colpa del lavoratore e in tal caso si rientra, per iniziativa dell’imprenditore stesso e nel suo interesse, nella fattispecie del licenziamento disciplinare”.
LAVORO: VASSALLO, PREOCCUPAZIONE PER IL CLIMA NAZIONALE E BOLOGNESE INTORNO ALLA RIFORMA
(AGENPARL) – Roma, 26 mar – Intervenendo a Radio Tau, stamane l’ On. Salvatore Vassallo (PD) ha espresso preoccupazione per il clima nazionale e bolognese sul tema dell’articolo 18. Rispondendo al conduttore Paolo Bonazzi che gli chiedeva di commentare l’affermazione della vicepresidente della Giunta Regionale Simonetta Saliera secondo la quale la riforma proposta dal Governo Monti porrebbe le basi per "un nuovo ed incostituzionale schiavismo", ha detto: “mi pare una affermazione largamente sopra le righe. Non trovo in nessuna delle proposte prese in considerazione dal Governo Monti, per quanto criticabili, questa connotazione. Devo ritenere sia della stessa opinione anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che altrimenti avrebbe preso una posizione molto decisa. Ha invece condiviso, assecondato e sostenuto il complesso lavoro che il Governo ha svolto sino ad ora nel confronto con le parti sociali.” A Vassallo è stato chiesto di commentare anche le affermazioni del segretario provinciale della Cgil, Danilo Gruppi, il quale ha auspicato che "si apra un conflitto duraturo e di una durezza inusitata, abbiamo tutta l'intenzione di fare male ai padroni".
“Il segretario della Cgil aveva anche detto che il Governo Monti è composto da persone fuori di testa”, ha osservato Vassallo, “le stesse a cui il PD ha dato ripetutamente fiducia in Parlamento”. “Non è la prima volta che esprime posizioni nelle quali noi del Partito Democratico non possiamo riconoscerci. A pochi giorni dalla commossa e corale commemorazione per l'assassinio di Marco Biagi mi sarei aspettato dai dirigenti del PD una netta presa di distanza verso parole di tale inusitata violenza.” Ha poi aggiunto: “Frasi come quelle che ha citato non appartengono al Partito Democratico. Il nostro compito non è alimentare allarmismi ingiustificati e conflitti irriducibili. Dobbiamo piuttosto lavorare uniti in Parlamento per migliorare il testo, a favore della crescita, a tutela dei diritti di chi lavora e di chi cerca lavoro con impegno. Questo ci chiede il primo articolo della Costituzione, il quale ci ricorda che è con l'impegno operoso di ciascuno attraverso il lavoro, nelle sue diverse forme, il lavoro di chi è dipendente e di chi amministra imprese, che non solo si crea e può quindi essere distribuita ricchezza, ma si dà fondamento e forza alla democrazia”.